Didattica online. Il divario digitale amplifica quello sociale

Centro istruzione degli adulti: connessione e Pc, carenze a cui rispondere subito

di Marzia Marchi

Come si dice didattica “a distanza” in urdu? O in cinese? E in wolof?

Dovremmo impararlo per tentare di spiegarlo agli studenti del Cpia (Centro provinciale per l’istruzione degli adulti), una scuola statale nata cinque anni fa che e accoglie il 90 % di adulti di cui circa il 70 % stranieri provenienti da tutto il mondo. 

La Didattica a distanza appare particolarmente frammentata perché, se è già difficile interagire in presenza con un simile coacervo di provenienze, lo è ancor di più organizzare un linguaggio unico a distanza.

Un’utenza estremamente variegata per formazione culturale e sociale: dal profugo di guerra siriano, magari ingegnere informatico, al pastore senegalese emigrato sui barconi. Dal giovanissimo atleta straniero alla badante neoarrivata. Dallo studente Erasmus al militare della Nato, dal pensionato italiano alla lavoratrice esodata. Ora questo spezzone di mondo, che fino alla chiusura delle scuole popolava tutti i giorni le nostre sedi dalle nove alle ventidue, deve fare riferimento a una sigla oscura: “Dad”

Il linguaggio digitale non è universale

L’abbiamo chiamata “Didattica a distanza” (Dad) come hanno fatto tutte le altre scuole, ma la nostra offerta è particolarmente frammentata perché, se è già difficile interagire in presenza con un simile coacervo di provenienze, lo è ancor di più organizzare un linguaggio unico a distanza. 

Una distanza che cerchiamo di coprire per l’alfabetizzazione in lingua italiana attraverso la produzione di lezioni disponibili sul nostro sito e sul canale Youtube, mentre per i recuperi della scuola secondaria inferiore è stata organizzata la didattica attraverso Classroom di Google suite. 

Connessione anzitutto

Sono circa 1500 gli studenti coinvolti, ma solo in rari casi hanno una dotazione di Pc, e quasi sempre devono risparmiare la connessione per mantenere le comunicazioni con i loro paesi di origine.

Una sfida, stabilire il contatto con loro, che il Cpia si sta attrezzando ad affrontare originando un account Google per ciascuno e invitandoli a presentare richiesta di ottenere in comodato d’uso un tablet o il rimborso di un ampliamento dei Giga a disposizione o di una chiavetta Internet. 

Prima ancora del contenuto, per gli studenti del Cpia è fondamentale la possibilità di connessione. Non di rado all’interno delle classi si incontrano studenti universitari in master o dottorandi che usano la lingua inglese in maniera veicolare e che si rendono utili ad educare digitalmente la babele delle nostre classi. 

Ora questo prezioso contributo che avviene in presenza viene meno. Per gli educatori del Cpia, costituiti da docenti della scuola primaria abilitati in insegnamento dell’Italiano come lingua straniera e docenti delle discipline della scuola secondaria inferiore e superiore, il lavoro comincia proprio col far capire a un’utenza, spesso poco alfabetizzata dal punto di vista digitale, le regole dell’accesso alla didattica a distanza. 

Il ruolo dei Cpia

Un lavoro prezioso quello dei Cpia i quali, mai citati nelle ordinanze ministeriali, offrono il recupero del titolo di base di scuola secondaria inferiore e del primo biennio obbligatorio della scuola secondaria superiore e la cui parte  innovativa è costituita dai percorsi di alfabetizzazione linguistica, principalmente in italiano ma anche in altre lingue, secondo i dettami del QCER (Quadro comune europeo), che stabilisce i livelli di competenze linguistiche richieste per accedere a un permesso di lungo soggiorno piuttosto che alla richiesta di cittadinanza, ma anche necessarie per accedere ai corsi universitari o a determinate tipologie professionali. 

In autonomia, infatti, il Cpia certifica le competenze di lingua italiana per il livello A2, agognato primo passo per gli stranieri extracomunitari che richiedono il permesso di lungo soggiorno. In collaborazione con l’Università per stranieri di Perugia invece, diventa luogo d’esame per conseguire i successivi livelli, B1, B2, C1 e C2. Cpia di Ferrara è inoltre sede di esame DILS-PG, una certificazione specifica per svolgere la professione di docente di italiano a stranieri. 

Marzia Marchi, Docente, funzione strumentale per la comunicazione del Centro provinciale istruzione adulti