Reportage. In viaggio nei wet market cinesi (4 – fine)

Il mercato di Wuhan ha riaperto. Regolarizzarli è difficile, chiuderli impossibile

di Maria Longobardi (parti prima, seconda e terza)

Bisogna dire che raramente gli animali selvatici si trovano nei menu ufficiali dei ristoranti, e bisogna conoscere le persone giuste per averli. Poterli mangiare è diventato nel tempo uno status symbol ed è considerato un simbolo di ricchezza e potere; in più c’è la credenza che essi possano propiziare gli affari.

A Shenzhen, e in generale nel sud della Cina, oltre ai wet market, c’è anche un vasto mercato nero che alimenta questo commercio di animali selvatici e che non si riesce ad arginare.

Un wet market della città di Shenzhen

Alla fine del nostro viaggio tra i wet market cinesi, si vede come vecchie tradizioni e nuovi status symbol, rischi sanitari ed esigenze economiche, l’antico e il moderno si intrecciano nel complesso tessuto sociale cinese, rendendo questi mercati resistenti ad ogni cambiamento.  La strada per regolarizzarli e modernizzarli è ancora lunga e chiuderli definitivamente, come chiedono in molti, non è certamente possibile.

Tempi lunghi. Ma intanto a Shenzhen c’è il divieto per cani e gatti

Fermare adesso un’economia che sostiene milioni di famiglie cinesi, con il rischio di alimentare un mercato nero fuori controllo, non sembra al momento proponibile.

Leggi più severe, la volontà di farle rispettare e un cambio culturale che si basi su un’economia più sostenibile e rispettosa della natura forse potrebbero aiutare. Ma i tempi non saranno brevi. E cosi, certamente, i wet market sopravvivranno a lungo anche all’impatto dell’epidemia di coronavirus, cosi come il mercato di Wuhan che ha già riaperto e altri che non hanno mai chiuso.

Ma intanto, dall’inizio di Aprile 2020, Shenzhen è la prima città della Cina a bandire in maniera definitiva la vendita e il consumo di carni di cani e gatti. È solo un primo passo, ma è un passo fondamentale.

(Maria Longobardi è fisico e science writer)

8 pensieri riguardo “

Reportage. In viaggio nei wet market cinesi (4 – fine)

Il mercato di Wuhan ha riaperto. Regolarizzarli è difficile, chiuderli impossibile
  1. Molto interessante il reportage sui wet market e le informazioni sulla loro origine.

    1. Seria e illuminante indagine. Vorrei chiedere all’autrice se ha notizie sul FESTIVAL DELLA CARNE DI CANE, che tradizionalmente si svolge in Cina, a Yulin, a partire dal solstizio d’estate, 21 giugno, per 10 giorni? Si riuscirà, a nome della Comunità internazionale, a bloccare questa arcaica e barbara usanza, non degna, al pari dei wet market, di un moderno stato tecnologicamente ed economicamente avanzato?

      1. Cara Milvia,
        Grazie per il tuo messaggio.
        Il cosiddetto «festival della carne di cane» in realtà non è un vero e proprio festival ma piuttosto un raduno spontaneo degli abitanti della città di Yulin, una sorta di festa popolare iniziata circa 10 anni fa per celebrare il solstizio d’estate.
        Già nel 2014, il governo municipale della città di Yulin ha preso le distanze da questo raduno. In un comunicato ufficiale ha precisato che la città non organizza nessun festival e che, in risposta alle proteste internazionali, vigilerà sulla sicurezza sanitaria del raduno e promuoverà campagne di sensibilizzazione per i cittadini di Yulin. È da tener presente però che, in Cina, gli attacchi al festival di Yulin sono visti come un attacco del mondo occidentale alla cultura tradizionale cinese. Inoltre, proprio il fatto che questo festival non sia ufficiale lo rende cosi difficile da chiudere. La soluzione potrebbe essere il bando del consumo e del commercio di carne di cane a Yulin, cosi come è stato fatto a Shenzhen. Bisogna sottolineare anche che, nonostante il commercio di carne di cane sia vietato in quasi tutti i paesi, in molti Stati, compresa la civilissima Svizzera, il suo consumo non è affatto vietato. Come si vede, la strada è ancora lunga. Nel 2020, probabilmente il festival di Yulin si farà. Non ci sono comunicazioni ufficiali in merito perché non c’è nessun comitato organizzatore. Tuttavia, le restrizioni imposte sui raduni, a causa del COVID-19, potrebbero sortire qualche effetto e forse il 21 Giugno di quest’anno non ci sarà nessun festival. Staremo a vedere.

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